Recensione da “La Voce del Popolo” n° 29 – 19 luglio 2002

Fra le pubblicazioni del Centro Studi e Coordinamento Iniziative “La Famiglia” vi è una biografia di Ottorino Marcolini intitolata “Il prete di tutti”. Ne sono autori Mons. Antonio Fappani e Clotilde Castelli. L’opera scritta a quattro mani, uscita nel 1997, in occasione del centenario della nascita del prete ingegnere della Pace (9 marzo 1897), consiste in 112 pagine, arricchite da fotografie, che ripercorrono le varie tappe della vita di Marcolini. Si può, così, cogliere che il prete oratoriano noto per i suoi villaggi e che si definiva, non senza un pizzico di ironia “niente di meno di un in geniere e niente di più di un muratore”, è un prete che ha riempito la sua vita umana e sacerdotale con tanti altri aspetti di bene: primo fra tutti la sua attività di cappellano militare fra gli alpini. Fu in Russia e fece esperienza pastorale perfino nei lager. Significativa anche la sua attività alla Pace di brescia, le vacanze organizzate a Malga Bissina. Gli autori entrano nel vivo della sua squisita umanità che lo rendeva capace di amicizia. Viene raccontata quella con Gian Battista Montini, poi Papa Paolo VI, La sua spiritualità è stata contrassegnata da povertà e carità. Una carità estesa a tutti che dà l’ispirazione al titolo del libro. Ovviamente uno dei capitoli più intensi del libro e della vita di Marcolini è quello dedicato al problema della casa a Brescia nel dopoguerra. Un capitolo iniziato da lui e che rimane aperto, nella certezza che la risposta data dal prete ingegnere è ancora valida per il Duemila.

 
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